Cappella degli Scrovegni Piazza Eremitani, 8, 35121, Padova (PD), Veneto, Italia
Cappella degli Scrovegni
La Cappella degli Scrovegni custodisce il più completo ciclo di affreschi realizzati da Giotto, in quello che è uno dei capolavori più importanti dell'arte figurativa di tutti i tempi
Nel 1302 Giotto, nel pieno della maturità artistica, fu chiamato a Padova dai Frati Minori Conventuali, per la realizzazione di una serie di affreschi nella Basilica del Santo, da poco costruita e in fase di completamento.
Al termine di questi lavori il Maestro fiorentino venne ingaggiato da Enrico Scrovegni - un ricco banchiere che pochi anni prima aveva acquistato il terreno dell'Arena Romana, dove aveva fatto costruire un sontuoso palazzo - per dipingere l'interno della sua cappella di famiglia.
Erede del patrimonio lasciatogli dal padre Reginaldo, che accumulò un'ingente fortuna con l'usura, Enrico fece costruire la Cappella con l'idea di redimere le colpe del padre e per farne un mausoleo di famiglia dedicato alla Vergine Maria.
Per decorarla ingaggiò quindi i migliori artisti disponibili sul mercato: Giovanni Pisano, che realizzò tre splendide statue collocate sull'altare (La Madonna con Bambino tra due Angeli) e per l’appunto Giotto, che dipinse un grande ciclo pittorico ispirato a un'opera di Jacopo da Varazze, la "Leggenda Aurea".
La Cappella degli Scrovegni presenta un'architettura semplice: si tratta di un'aula rettangolare con volta a botte, che termina con un’abside poligonale che include l'altare e una cella campanaria.
La struttura, originariamente addossata al Palazzo degli Scrovegni, è asimmetrica e presenta sei finestre alte e strette solo nella parete sud. La facciata è caratterizzata da mattoni a vista e presenta nella parte superiore un'elegante trifora gotica.
L'interno è un ambiente unico, interrotto a metà da due altari laterali, e termina con un presbiterio in cui si trova il sarcofago di Enrico Scrovegni.
Sopra all'altare era presente un crocifisso dipinto a tempera da Giotto su una tavola di pioppo, oggi conservato nei Musei Civici Eremitani. La Croce, realizzata nel 1304 è dipinta su entrambi i lati e presenta una serie di raffinati motivi vegetali. Ai lati del Cristo sono raffigurati Maria e San Giovanni Apostolo.
Il ciclo pittorico
Il ciclo pittorico principale narra la storia della salvezza dell'umanità attraverso 38 scene, distribuite su 3 file sovrapposte, leggibili come un libro, e sviluppate in tre temi principali: Gli episodi della vita di Gioacchino e Anna, Gli episodi della vita di Maria, Gli episodi della vita e morte di Cristo.
Il primo tema affrontato è quello delle storie di Gioacchino e Anna, i genitori di Maria, e si trova in alto, sulla parete sud (a sinistra, guardando l'altare). Si tratta di un tema molto raro ai tempi di Giotto, e rappresenta quasi un unicum: Gioacchino, ormai anziano e senza figli, viene cacciato dal tempio, perché la sterilità all'epoca era considerata un vero e proprio disonore. Si allontana dalla sua casa e si rifugia in montagna, dove resta per cinque mesi, senza dare notizie di sé. Una notte, Gioacchino ha in sogno la visione di un angelo, che lo esorta a tornare a Gerusalemme. Ritornato in città si ricongiunge con Anna, la sua sposa, in una scena toccante e commovente.
Nel primo registro della parete nord Giotto racconta la vita di Maria: la sua nascita, la crescita e la reclusione nel tempio di Gerusalemme, dove vive come una monaca. Le scene raccontano la storia del miracolo della fioritura delle verghe: solo chi vedrà fiorita la sua verga potrà prendere in moglie Maria. I candidati sono tutti giovani, tranne l'ultimo in fondo, Giuseppe, che però risulterà il vincitore.
Sul terzo registro, il più importante, ci sono gli episodi della vita e morte di Cristo. Tra questi maritano particolare attenzione tre riquadri, che spiccano per intensità e realismo: Il bacio di Giuda, la Crocefissione e il Compianto sul Cristo morto.
Il ciclo pittorico prosegue anche nella parte inferiore delle pareti, con 14 figure allegoriche, la "Rappresentazione dei Vizi e delle Virtù". A dividere le varie figure è presente un finto marmo, novità assoluta per l'epoca, realizzato con una tecnica ispirata a quella dei pittori classici di Roma e non più in uso da secoli.
La volta della cappella, dipinta con il celebre blu oltremare, simula il cielo stellato nel quale, all'interno di tondi dorati, sono raffigurati Cristo e la Madonna col Bambino tra gli evangelisti e i profeti. Nella controfacciata si trova la grandiosa scena del Giudizio Universale.
Il bacio di Giuda
La scena è rappresentata all'aperto e mostra Giuda, vestito di giallo, nell'atto di baciare Gesù. Giuda si sporge in avanti per permettere ai soldati di individuare il Cristo. La scena è molto drammatica, ricca di emozioni forti dati dall'incontro di sguardi tra Gesù e Giuda e dalla concitazione delle guardie.
La Crocifissione
Quella della crocifissione è una scena di stampo classico e presenta uno sfondo di un blu molto intenso.
Al centro della scena si trova la croce con il corpo di Gesù, su cui accorrono gli angeli per raccogliere il sangue che gli cola dalle ferite. La Maddalena bacia i piedi di Gesù. Maria, travolta dal dolore, viene sorretta da un gruppo di donne, mentre dall'altro lato i soldati si giocano le vesti di Gesù.
Alla base della Croce ci sono un teschio e delle ossa: sono quelli di Adamo, che emergono da una cavità ai piedi del Calvario, e che, bagnati dal sangue di Cristo, vengono redenti dal peccato originale.
Il compianto sul Cristo morto
Il drammatico Compianto sul Cristo morto svela l'intenso abbraccio della Madonna al figlio morto, alla deposizione dalla Croce.
Maria abbraccia Gesù come se non volesse lasciarlo andare, la Maddalena ne sostiene i piedi, mentre Giovanni lancia un grido di dolore e gli angeli appaiono increduli e disperati in cielo.
La drammaticità della scena si contrappone all'uso dei colori chiari e luminosi con cui è realizzata, che lanciano un messaggio di speranza.
Il Giudizio Universale
Nella controfacciata è dipinta un'unica grandiosa scena, quella del Giudizio Universale: Cristo è posto al centro, circondato dagli Angeli e dagli Apostoli.
In basso, due angeli sollevano la croce, mentre sulla sinistra Enrico Scrovegni offre alla Madonna un modellino della Cappella.
I cadaveri dei morti escono dalle tombe sulla destra, e vengono condotti su due ordini verso Cristo, che apre una mano in segno di misericordia da un lato e dall'altra la gira verso l'Inferno, dove i peccatori vengono fatti rotolare nelle fiamme, da cui fuoriesce il demonio e la sua corte di demoni.
Tra i beati si distingue un volto singolare, un personaggio con uno zuccotto giallo: è lo stesso Giotto, che si è autoritratto. L'affresco rappresentava un monito per i fedeli, che erano per lo più analfabeti e non comprendevano l'omelia in latino.
La rappresentazione del giorno del giudizio non aveva invece bisogno di spiegazione: l'estremo dettaglio nel rappresentare le pene dedicate ai peccatori e la felicità dei giusti risultavano molto chiari.
Anche se solo alcune parti di questo affresco sono opera diretta di Giotto (tra queste in particolare il grande Cristo) il Giudizio Universale di Giotto è stato preso a modello da tutti gli artisti - tra cui anche Michelangelo - che in tempi successivi si sono cimentati nella raffigurazione di questo tema.
Il Corpo Tecnologico Attrezzato
Il Corpo Tecnologico è una struttura collegata alla Cappella degli Scrovegni e ne consente l'accesso attraverso l'antico passaggio che portava al Palazzo Scrovegni.
La struttura serve a mantenere inalterato il microclima interno della Cappella, preservandola dall'inquinamento attraverso un sistema a tre compartimenti e un sistema di ventilazione che consente di controllare i ricambi d'aria.
Per lo stesso motivo, ogni accesso è limitato a un numero massimo di 25 visitatori.
L'impianto interno di condizionamento inoltre mantiene stabili le condizioni di temperatura e umidità e dispone di speciali filtri per la rimozione degli agenti inquinanti.
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Costo
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L'Arena Romana di Padova era un anfiteatro utilizzato per i giochi gladiatori nell'antica Patavium. L'impianto dell'Arena è ora alla base dei Giardini dell'Arena, il principale parco cittadino.
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I Musei Civici Eremitani sono il più importante complesso museale padovano, la cui sede principale è ospitata nei chiostri dell'ex convento dei frati Eremitani, in Piazza Eremitani.
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113 m
Palazzo Zuckermann fa parte dal 2005 del complesso dei Musei Civici di Padova, e ospita nelle sue sale il Museo di Arti Applicate e Decorative e il Museo Bottacin
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160 m
La Chiesa degli Eremitani conserva ciò che resta degli splendidi affreschi realizzati da Mantegna nella Cappella Ovetari, parzialmente distrutti dai bombardamenti alleati del 1944
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Liston è il nome con cui a Padova viene identificato il corso pedonale, che si estende da Piazza Garibaldi per tutta Via 8 Febbraio e in seguito fino a Prato della Valle.