Chiesa di Santa Sofia
La Chiesa di Santa Sofia è una tra le più antiche di Padova: fu eretta nel Dodicesimo secolo su una struttura più antica, probabilmente un tempio dedicato al dio persiano Mitra.
La Chiesa di Santa Sofia è una tra le più antiche di Padova e rappresenta un'importante testimonianza dello stile romanico in Veneto.
Il primo documento in cui la chiesa è citata risale al 1123 e fa riferimento ai ritardi sui lavori di completamento, causati dal devastante terremoto del 1117.
Nei sotterranei, dove si trova una cripta rimasta incompiuta, sono presenti resti di fondazioni romane e una pietra sacrificale, che portano a pensare che la chiesa sia sorta sulle rovine di un preesistente tempio pagano, probabilmente dedicato al dio persiano Mitra.
Secondo la tradizione, la chiesa sarebbe stata fondata nel primo secolo da San Prosdocimo, discepolo di San Pietro, vescovo e patrono di Padova (con Sant'Antonio, Santa Giustina e San Daniele), sepolto nell'antico Sacello a lui dedicato e inglobato nella Basilica di Santa Giustina.
L'attuale struttura fu eretta nel dodicesimo secolo e fu modificata più volte nel corso dei secoli successivi: la copertura a volte di pietra fu realizzata nel quattordicesimo secolo assieme al campanile, di stile romanico-gotico.
La facciata della Chiesa di Santa Sofia è visibilmente inclinata, probabilmente a causa di un cedimento delle fondamenta.
L’intera costruzione è caratterizzata dall’utilizzo della pietra a vista e del cotto.
La struttura è tripartita, e il corpo centrale è diviso da un cornicione: nella parte inferiore si trova il grande portale affiancato da quattro nicchie affrescate, mentre nella parte superiore, divisa in tre sezioni, si trovano il rosone e una bifora al centro e due finestre ai lati, incorniciate da una serie di archi pensili.
Elemento caratteristico della Chiesa è l'abside, che ha la forma di un ampio emiciclo, formato dalla sovrapposizione di tre ordini di arcate, costruiti in epoche differenti.
Il campanile, costruito in stile romanico gotico, fu aggiunto nel 1296 e si poggia su una delle volte dell'abside.
L’interno
L'intero della chiesa è molto essenziale, strutturato su tre navate appoggiate a sostegni irregolari in gran parte costituiti da pilastri, ricavati da materiale eterogeneo proveniente da rovine romane e medievali.
La copertura è a volte a crociera. L'estremità della navata centrale termina con un'abside interna, che si innesta su un sacello, databile al settimo o all'ottavo secolo.
L'affresco della lunetta sopra l'accesso è un'opera di scuola giottesca che raffigura la Madonna in trono.
Il muro interno dell'emiciclo è percorso da nicchie simili a quelli del lato esterno; all'interno di una delle nicchie è visibile un affresco raffigurante una Madonna col Bambino, attribuita a Giovanni da Gaiban.
L'altare maggiore era ornato da una pala realizzata da Andrea Mantegna nel 1448, di cui oggi resta, purtroppo, solo la testimonianza.
Sospeso sul catino, trova posto un crocefisso ligneo del Quattrocento.
Nella navata destra si trovano un piccolo lapidario e l'altare della Beata Beatrice D'Este e una pala proveniente dalla chiesa dei Paolotti. Sulla navata sinistra si trovano un altare adornato da una Pietà di Egidio da Wiener Neustadt e un'acquasantiera ricavata da un capitello di età imperiale.
Nella controfacciata si trova il monumento sepolcrale di Ludovico Cortusio.
Nel secondo dopoguerra la Chiesa di Santa Sofia ha subito importanti interventi, che avevano lo scopo di ripristinare l'aspetto originario della chiesa, ma che hanno portato alla perdita di gran parte dell'apparato decorativo e di tutte le aggiunte barocche.
L’edificio è stato anche recentemente oggetto di un lungo lavoro di consolidamento e restauro, e di pulitura delle pareti.
Riferimenti
La Chiesa di Santa Sofia conserva ancora il titolo di prepositura. Di tanto in tanto vengono organizzate visite speciali alla chiesa e alla cripta, che è solitamente chiusa al pubblico, come quelle organizzate all'Associazione culturale Enetikè.
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