Villa Molin Via Ponte della Cagna, 106, Padova (PD), Veneto, Italia
Villa Molin
Villa Molin è una villa veneta di Padova, progettata nel 1597 dall'architetto vicentino Vincenzo Scamozzi (1548 – 1616), architetto, scenografo, trattatista di ampia cultura operante a Vicenza e nell'area veneziana, dove fu la figura più importante tra Andrea Palladio e Baldassare Longhena.
È caratterizzata da una pianta centrale quadrata e ingentilita dall'elegante pronao con colonne ioniche che si affaccia sul canale di Battaglia.
La planimetria della villa mostra una straordinaria coerenza geometrica, basata sul quadrato, che determina la forma sia della villa che della sala centrale. La struttura dei volumi è particolarmente nitida, articolata nel blocco principale, la copertura emergente dalla sala centrale e la loggia sul fiume. Quest’ultima è una vera e propria sala aperta, una sorta di belvedere da cui ammirare l’esterno, senza però che vi siano scale che consentano di scendere. La sala centrale è maestosa, ottenuta con due cubi sovrapposti, una sorta di cortile esterno, illuminato dall’alto non da un oculo ma da quattro grandi finestre termali. Il pianoterreno è un vero e proprio corpo di fabbrica in sé compiuto, articolato intorno a una vasta sala quadrata con una virtuosistica volta ribassata.
Storia
Nel 1597 Nicolò Molin di Vincenzo, all'apice della sua carriera come ambasciatore della Repubblica di Venezia, affidò all'architetto Vincenzo Scamozzi, il progetto di una residenza di campagna degna della sua famiglia. Le esigenze di lavoro e di rappresentanza della famiglia Molin richiedevano una villa che dominasse il paesaggio e fosse in stretto contatto con il fiume. Per rendere omaggio alla fama della famiglia fu scelto il più prestigioso architetto del tempo nella città di Venezia, appunto Vincenzo Scamozzi. I lavori iniziarono già alla consegna del progetto, ma nel 1608 il committente morì improvvisamente.
Descrizione
L'edificio rispetta perfettamente, eccetto che per la posizione delle scale, aggiunte nell'Ottocento, il progetto rappresentato da Scamozzi nel suo trattato. La nitida struttura dei volumi (corpo di fabbrica, loggia e copertura emergente della sala centrale) sono elementi caratterizzanti della villa.
La villa, in quanto principale residenza dei Molin, situata in un contesto suburbano, combina infatti soluzioni consolidate nelle architetture di villa con altre più propriamente urbane.
L’edificio si affaccia direttamente sugli argini del canale Battaglia, senza alcuna mediazione rispetto al territorio: la grande loggia, alta sul pianterreno, è allineata ai muri che chiudono la proprietà lungo la via pubblica. La loggia non solo non è al centro del complesso costituito da villa e fabbriche rurali, ma non è nemmeno il luogo da cui si accede alle stanze principali.
A differenza di Palladio, per cui i cortili sono spesso dei vuoti di risulta rispetto al disegno del costruito o elementi di collegamento tra diversi corpi edilizi, per Scamozzi il cortile è baricentro fisico e concettuale dell’edificio, costantemente quadrato, intorno al quale si organizza la planimetria. Nel caso di Villa Molin si trasforma in un eccezionale vuoto a tripla altezza, quasi un cortile coperto.
Il parco
Considerato uno dei più bei parchi storici, il giardino di villa Molin si estende su 3,3 ettari, è circondato da un'alta recinzione.
Il giardino all'italiana con viali di bosso e statue si basa sul progetto originario di Vincenzo Scamozzi.
Il giardino romantico ha piante secolari e al tempo in cui la villa era abitata da Igino Kofler aveva un campo da tennis e tre buche da golf.
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